la 5^ edizione della Scuola di reportage “Goffredo Parise” si svolgerà da dicembre 2024 ad aprile 2025, il percorso, completamente gratuito, riservato agli studenti dei Licei trevigiani nell’ambito del Premio Goffredo Parise per il Reportage, permetterà di far acquisire agli studenti le prime competenze teoriche e pratiche per realizzare un reportage.
Una straordinaria occasione di crescita per le ragazze e i ragazzi che vi parteciperanno. Una Lectio Magistralis e 4 weekend di lezioni tenute da “importanti nomi” del giornalismo televisivo e della carta stampata italiana: Toni Capuozzo, Riccardo Staglianò, Emiliano Poddi e Lisa Iotti anche tutor della scuola.
Al team di docenti si aggiungeranno vari giornalisti della televisione e della carta stampata molto noti che offriranno agli studenti il loro contributo, ciascuno attraverso un video, appositamente allestiti per il Corso 2024/25 della Scuola di reportage Goffredo Parise.
La scuola quest’anno sarà ospitata al Museo Santa Caterina di Treviso, la Lectio Magistralis nell’ Auditorium e gli altri incontri si svolgeranno presso la Sala Coletti del Museo.
A sostenere la scuola di reportage la Provincia di Treviso e i Comuni di Treviso, Salgareda, Ponte di Piave il Soroptimist International Club di Treviso, la Banca Prealpi SanBiagio, Cantine Maschio, Le Rive, Poliend 2000, Sapori del Piave.
Premi:
A tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato di partecipazione durante la Cerimonia del Premio Parise che si terrà al Teatro Comunale Mario Del Monaco sabato 31 maggio 2025; gli autori dei migliori reportage riceveranno un diploma e un premio. Tutti i lavori verranno raccolti in una pubblicazione e inoltre saranno inseriti all’interno di questo sito.
La Scuola di Reportage 2024/2025 raccontata da Lisa Iotti
“Un reportage non è qualcosa che si fa solo sulla strada, sporcandosi le scarpe come tanti hanno detto. E’ un lavoro che esige un primo movimento radicale: attraversare la larga strada di sé stessi. È forse questo l’atto più profondo e anche il più difficile, che comporta la necessità di disabitare se stessi per abitare l’altro, il mondo che costituisce l’altro”.Lo scrive Eliane Brum nella sua raccolta di reportage sulle vite che nessuno vede, le storie che non entrano mai nelle cronache, granelli invisibili che grazie all’attenzione, al tempo, alla scrittura meticolosa della giornalista brasiliana, tra le più brave in circolazione, diventano racconti universali.
Perché “non esistono vite comuni ma solo sguardi addomesticati”, sguardi distratti, superficiali, indifferenti che non sanno più cogliere le ferite dell’altro, che scivolano sulle cose e sulle persone senza stupore e senza meraviglia. Esattamente il modo attraverso cui oggi leggiamo il mondo. E non potrebbe essere diversamente dal momento che passiamo la maggior parte della nostra esistenza a cercare di ingurgitare velocissimamente migliaia di informazioni e a processare cascate di immagini, saltando da un link all’altro con una voracità bulimica che lascia solo un senso di stordimento e di vuoto. Per questo mi piace pensare alla lentezza e alla profondità che ci impone il reportage come a un atto di resistenza, un esercizio di igiene mentale contro l’ appiattimento cognitivo e relazionale a cui ci siamo condannati, perché ci obbliga a un ascolto profondo dell’altro, a un’umiltà e a un’umanità (non saprei come altro chiamarla) senza le quali non è possibile scrivere nulla. O quanto meno, nulla che valga la pena leggere. La cosa straordinaria è che, quando questo lavoro è fatto bene, non si torna mai a casa a mani vuote: ogni incontro, ogni persona che abbiamo incrociato, ogni mondo che abbiamo attraversato diventano parte di noi e ci fanno crescere. A patto naturalmente di essere disposti a farci capovolgere e cambiare la nostra prospettiva.
Questo in poche parole è da sempre il senso più autentico della Scuola di Reportage Goffredo Parise per le scuole superiori nata da una straordinaria intuizione di Maria Rosaria Nevola e Antonio Barzaghi a latere del Premio Giornalistico e arrivata quest’anno alla quinta edizione, unico caso (almeno che io sappia) in Italia. Siamo convinti infatti che ideare, organizzare, realizzare un reportage, nelle sue varie accezioni sia una forma di allenamento per affinare le capacità di ricerca, di ascolto, di empatia dei ragazzi e delle ragazze.
Insieme a Toni Capuozzo, che terrà una lectio magistralis a inizio percorso, a Riccardo Staglianò, tra i maggiori inviati della carta stampata italiana, e allo scrittore Emiliano Poddi, da anni insegnante alla Scuola Holden, chiederemo agli studenti di non limitarsi a reperire dati interessanti attorno a un tema per poi essere cuciti in una buona forma, ma di realizzare un reportage che abbia una dimensione narrativa, di immersione, di tempo e soprattutto di scrittura, nella certezza che il racconto sia un antidoto al rumore di fondo in cui siamo immersi. “Nel restare in ascolto – scrive il filosofo Byung Chul Han – abita una peculiare forma di attenzione. Colui che resta in ascolto dimentica sé stesso, sprofonda in ciò che ascolta”. Per questo il racconto crea comunità e restituisce valore al tempo, il contrario esatto dell’atomizzazione alienante della società contemporanea, inchiodata in un eterno presente.
Si tratta di un percorso complesso che richiede grande impegno da parte dei partecipanti, e questo va spiegato molto bene dall’inizio. Sono richieste correttezza, puntualità, rigore, serietà, condizioni imprescindibili per fare in modo che questo percorso diventi un’occasione speciale, a prescindere da quello che si farà poi da grandi e non una laboriosa perdita di tempo.
Docenti e Istituti
- Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso
- Liceo Flaminio di Vittorio Veneto
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Liceo Leonardo Da Vinci di Treviso
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Liceo Marconi di Conegliano
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Liceo Scarpa di Oderzo
Programma
TONI CAPUOZZO LECTIO MAGISTRALIS 3 dicembre
L’incontro con gli studenti sarà sul tema del Reportage di guerra. Per capire come, perché e quando nascono i conflitti, e quali siano gli strumenti per prevenirli o fermarli. Il ruolo dell’ informazione e l’importanza di una cultura di pace nelle nostre vite quotidiane come via d’uscita dal senso di impotenza davanti alle guerre.
Veterano del giornalismo d’inchiesta, scrittore, ha lavorato per la carta stampata (Lotta continua, Reporter, Panorama Mese, Epoca, Il Foglio) e per latelevisione (Telegiornali Mediaset, Terra). Si è occupato di mafia per il programma Mixer di Giovanni Minoli, per le testate Mediaset ha seguito in particolare le guerre balcaniche, i conflitti in Somalia, in Medioriente e la guerra sovietico-afghana. Non ama essere definito inviato di guerra, nonostante abbia seguito per 30 anni conflitti in ogni parte del mondo. Vincitore di numerosissimi premi.
LISA IOTTI 17-18 gennaio e 11 aprile
Lisa Iotti, inviata da tanti anni di Presa Diretta, mostrerà agli studenti come si passa da un’idea alla realizzazione di un reportage inchiesta: quali sono gli strumenti da utilizzare, come si organizza il materiale, cosa serve per scavare dentro un tema, come si fa una ricerca ? Attraverso un lavoro interattivo e video interviste a noti giornalisti italiani, ognuno dei quali darà dei consigli sul proprio lavoro, i ragazzi capiranno quanto è appassionante la ricerca e la scrittura di un racconto giornalistico.
EMILIANO PODDI 28 febbraio – 1 marzo
Mark Twain consiglia a chiunque voglia scrivere – racconti, romanzi, ma anche reportage – di usare la parola giusta e non una sua cugina di secondo grado. Gli fa eco Domenico Starnone, secondo cui scrivere significa trovare le parole giuste per dare un senso a tutto ciò che nella vita viene giù a vanvera. Joseph Conrad sostiene che il primo dovere di uno scrittore è far vedere, sentire, toccare. Per Flannery O’Connor cura immediata di chi scrive è infilare pantofole di pezza ai personaggi come fa Flaubert – ossia essere precisi, dettagliati, evocativi.
Partiremo da questi e altri insegnamenti dei grandi maestri per capire quali sono i principali strumenti narrativi e come si possono utilizzare anche al di fuori di racconti e romanzi.
RICCARDO STAGLIANO’ E LISA IOTTI 7-8 marzo
Riccardo Staglianò, inviato del Venerdì di Repubblica, in due giorni di lezioni proverà a raccontare come si prepara e si realizza un reportage, nelle tre fasi del prima (studio, casting degli intervistati, preparazione logistica), durante (registrazione, organizzazione degli appunti, etc) e dopo (sbobinatura, scrittura). Darà anche alcuni rudimenti su eventuali versioni multimediali (podcast, video) del medesimo reportage. Con l’aiuto di un’antologia ragionata da grandi giornalisti e scrittori esporrà gli studenti esempi di stile che possano ispirarli.