la 5^ edizione della Scuola di reportage “Goffredo Parise” si è svolta da dicembre 2024 ad aprile 2025, il percorso, completamente gratuito, riservato agli studenti dei Licei trevigiani nell’ambito del Premio Goffredo Parise per il Reportage, ha permesso di acquisire agli studenti le prime competenze teoriche e pratiche per realizzare un reportage.
Una straordinaria occasione di crescita per le ragazze e i ragazzi che vi hanno parteciperanno. Una Lectio Magistralis e 4 weekend di lezioni sono state tenute da “importanti nomi” del giornalismo televisivo e della carta stampata italiana: Toni Capuozzo, Riccardo Staglianò, Emiliano Poddi e Lisa Iotti anche tutor della scuola.
Al team di docenti si sono aggiunti vari giornalisti della televisione e della carta stampata molto noti che hanno offerto agli studenti il loro contributo, ciascuno attraverso un video, appositamente allestiti per il Corso 2024/25 della Scuola di reportage Goffredo Parise.
La scuola quest’anno è stata ospitata al Museo Santa Caterina di Treviso, la Lectio Magistralis nell’ Auditorium e gli altri incontri presso la Sala Coletti del Museo.
A sostenere la scuola di reportage la Provincia di Treviso e i Comuni di Treviso, Salgareda, Ponte di Piave. Partner della Scuola il Soroptimist International Club di Treviso e Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni.
Main Sponsor Banca Mediolanum. Sponsor: Banca Prealpi SanBiagio, Ascopiave, Cantine Maschio, Le Rive, Poliend 2000, Sapori del Piave, Gruppo Itieffe, Gruppo Autotorino.
Premi:
A tutti i partecipanti è stato consegnato un attestato di partecipazione durante la Cerimonia del Premio Parise che si è tenuta al Teatro Comunale Mario Del Monaco sabato 7 giugno 2025; gli autori dei migliori reportage hanno ricevuto un diploma e un premio. Tutti i lavori sono stati raccolti in una pubblicazione e i reportage dei vincitori e dei menzionati verranno inseriti all’interno di questo sito.
La Scuola di Reportage 2024/2025 raccontata da Lisa Iotti
“Un reportage non è qualcosa che si fa solo sulla strada, sporcandosi le scarpe come tanti hanno detto. E’ un lavoro che esige un primo movimento radicale: attraversare la larga strada di sé stessi. È forse questo l’atto più profondo e anche il più difficile, che comporta la necessità di disabitare se stessi per abitare l’altro, il mondo che costituisce l’altro”.Lo scrive Eliane Brum nella sua raccolta di reportage sulle vite che nessuno vede, le storie che non entrano mai nelle cronache, granelli invisibili che grazie all’attenzione, al tempo, alla scrittura meticolosa della giornalista brasiliana, tra le più brave in circolazione, diventano racconti universali.
Perché “non esistono vite comuni ma solo sguardi addomesticati”, sguardi distratti, superficiali, indifferenti che non sanno più cogliere le ferite dell’altro, che scivolano sulle cose e sulle persone senza stupore e senza meraviglia. Esattamente il modo attraverso cui oggi leggiamo il mondo. E non potrebbe essere diversamente dal momento che passiamo la maggior parte della nostra esistenza a cercare di ingurgitare velocissimamente migliaia di informazioni e a processare cascate di immagini, saltando da un link all’altro con una voracità bulimica che lascia solo un senso di stordimento e di vuoto. Per questo mi piace pensare alla lentezza e alla profondità che ci impone il reportage come a un atto di resistenza, un esercizio di igiene mentale contro l’ appiattimento cognitivo e relazionale a cui ci siamo condannati, perché ci obbliga a un ascolto profondo dell’altro, a un’umiltà e a un’umanità (non saprei come altro chiamarla) senza le quali non è possibile scrivere nulla. O quanto meno, nulla che valga la pena leggere. La cosa straordinaria è che, quando questo lavoro è fatto bene, non si torna mai a casa a mani vuote: ogni incontro, ogni persona che abbiamo incrociato, ogni mondo che abbiamo attraversato diventano parte di noi e ci fanno crescere. A patto naturalmente di essere disposti a farci capovolgere e cambiare la nostra prospettiva.
Questo in poche parole è da sempre il senso più autentico della Scuola di Reportage Goffredo Parise per le scuole superiori nata da una straordinaria intuizione di Maria Rosaria Nevola e Antonio Barzaghi a latere del Premio Giornalistico e arrivata quest’anno alla quinta edizione, unico caso (almeno che io sappia) in Italia. Siamo convinti infatti che ideare, organizzare, realizzare un reportage, nelle sue varie accezioni sia una forma di allenamento per affinare le capacità di ricerca, di ascolto, di empatia dei ragazzi e delle ragazze.
Insieme a Toni Capuozzo, che terrà una lectio magistralis a inizio percorso, a Riccardo Staglianò, tra i maggiori inviati della carta stampata italiana, e allo scrittore Emiliano Poddi, da anni insegnante alla Scuola Holden, chiederemo agli studenti di non limitarsi a reperire dati interessanti attorno a un tema per poi essere cuciti in una buona forma, ma di realizzare un reportage che abbia una dimensione narrativa, di immersione, di tempo e soprattutto di scrittura, nella certezza che il racconto sia un antidoto al rumore di fondo in cui siamo immersi. “Nel restare in ascolto – scrive il filosofo Byung Chul Han – abita una peculiare forma di attenzione. Colui che resta in ascolto dimentica sé stesso, sprofonda in ciò che ascolta”. Per questo il racconto crea comunità e restituisce valore al tempo, il contrario esatto dell’atomizzazione alienante della società contemporanea, inchiodata in un eterno presente.
Si tratta di un percorso complesso che richiede grande impegno da parte dei partecipanti, e questo va spiegato molto bene dall’inizio. Sono richieste correttezza, puntualità, rigore, serietà, condizioni imprescindibili per fare in modo che questo percorso diventi un’occasione speciale, a prescindere da quello che si farà poi da grandi e non una laboriosa perdita di tempo.
Docenti e Istituti
- Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso
- Liceo Flaminio di Vittorio Veneto
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Liceo Leonardo Da Vinci di Treviso
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Liceo Marconi di Conegliano
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Liceo Scarpa di Oderzo
Programma
TONI CAPUOZZO LECTIO MAGISTRALIS 3 dicembre
L’incontro con gli studenti sarà sul tema del Reportage di guerra. Per capire come, perché e quando nascono i conflitti, e quali siano gli strumenti per prevenirli o fermarli. Il ruolo dell’ informazione e l’importanza di una cultura di pace nelle nostre vite quotidiane come via d’uscita dal senso di impotenza davanti alle guerre.
Veterano del giornalismo d’inchiesta, scrittore, ha lavorato per la carta stampata (Lotta continua, Reporter, Panorama Mese, Epoca, Il Foglio) e per latelevisione (Telegiornali Mediaset, Terra). Si è occupato di mafia per il programma Mixer di Giovanni Minoli, per le testate Mediaset ha seguito in particolare le guerre balcaniche, i conflitti in Somalia, in Medioriente e la guerra sovietico-afghana. Non ama essere definito inviato di guerra, nonostante abbia seguito per 30 anni conflitti in ogni parte del mondo. Vincitore di numerosissimi premi.
LISA IOTTI 17-18 gennaio e 11 aprile
Lisa Iotti, inviata da tanti anni di Presa Diretta, mostrerà agli studenti come si passa da un’idea alla realizzazione di un reportage inchiesta: quali sono gli strumenti da utilizzare, come si organizza il materiale, cosa serve per scavare dentro un tema, come si fa una ricerca ? Attraverso un lavoro interattivo e video interviste a noti giornalisti italiani, ognuno dei quali darà dei consigli sul proprio lavoro, i ragazzi capiranno quanto è appassionante la ricerca e la scrittura di un racconto giornalistico.
EMILIANO PODDI 28 febbraio – 1 marzo
Mark Twain consiglia a chiunque voglia scrivere – racconti, romanzi, ma anche reportage – di usare la parola giusta e non una sua cugina di secondo grado. Gli fa eco Domenico Starnone, secondo cui scrivere significa trovare le parole giuste per dare un senso a tutto ciò che nella vita viene giù a vanvera. Joseph Conrad sostiene che il primo dovere di uno scrittore è far vedere, sentire, toccare. Per Flannery O’Connor cura immediata di chi scrive è infilare pantofole di pezza ai personaggi come fa Flaubert – ossia essere precisi, dettagliati, evocativi.
Partiremo da questi e altri insegnamenti dei grandi maestri per capire quali sono i principali strumenti narrativi e come si possono utilizzare anche al di fuori di racconti e romanzi.
RICCARDO STAGLIANO’ E LISA IOTTI 7-8 marzo
Riccardo Staglianò, inviato del Venerdì di Repubblica, in due giorni di lezioni proverà a raccontare come si prepara e si realizza un reportage, nelle tre fasi del prima (studio, casting degli intervistati, preparazione logistica), durante (registrazione, organizzazione degli appunti, etc) e dopo (sbobinatura, scrittura). Darà anche alcuni rudimenti su eventuali versioni multimediali (podcast, video) del medesimo reportage. Con l’aiuto di un’antologia ragionata da grandi giornalisti e scrittori esporrà gli studenti esempi di stile che possano ispirarli.
Cerimonia di Premiazione

Cerimonia di premiazione sabato 7 giugno 2025 nell’ambito del Premio Goffredo Parise per il Reportage.
I riconoscimenti ed il Premi sono stati assegnati ai reportage realizzati durante il percorso formativo presso la Scuola di Reportage Goffredo Parise V edizione 2024/2025.
Vincitori
- Mirtilla Gava
- Sofia Baccioli
- Gaia Zago
- Elisabetta Furlin
- Gioia Fantuzzi
- Gaia Bonotto
- Anna Cesca

Primo premio a pari merito Reportage narrativo ``GLI ULTIMI CUSTODI TRA FEDELTA' E FAME``
- Mirtilla Gava, Sofia Baccioli, Gaia Zago – Liceo Flaminio, Vittorio Veneto – Treviso
Motivazione:
Per avere individuato e ricostruito con rigore e grande capacità narrativa uno degli episodi più cruenti della cronaca veneta di questi ultimi anni, la morte di una persona sola in casa sbranata dopo giorni di fame dai suoi cani, perché nessuno si era accorto di quello che era successo. Una tragedia avvenuta in un paese dove tutti si conoscono ma nessuno interviene. Per avere inquadrato l’episodio in un contesto di solitudine e di indifferenza generale che ci fa riflettere su cosa siamo diventati e dove stiamo andando come società.
Primo premio a pari merito Reportage narrativo ``OBLIO CERCASI``
- Elisabetta Furlin – Liceo Guglielmo Marconi, Conegliano – Treviso
Motivazione:
Per essere riuscita, al di là dei luoghi comuni, a scandagliare in modo preciso e attento la solitudine dei più giovani che sprofondano nelle sostanze stupefacenti, dalle più leggere alle più pesanti, non più come gesto di rottura e di libertà ma come forma di autodistruzione, un anestetizzante in un mondo dentro cui non sanno più stare. La sostanza psicoattiva non è che la formula magica, l’abracadabra per non pensare alle proprie fragilità o allo stress prodotto dalle aspettative della scuola e dell’ambiente sociale. Una spirale da cui è difficile tornare indietro, di cui tutti siamo responsabili.
Secondo premio a pari merito Reportage narrativo “A SCUOLA DI SOLITUDINE``
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Gioia Fantuzzi – Liceo Flaminio, Vittorio Veneto – Treviso
Motivazione:
Per essere entrata con grazia nella fragilità di Sofia, che come altri 400.000 studenti l’anno ha abbandonato la scuola e ha chiuso i ponti con tutti ma non chi sa risuonare con il suo dolore. Per averci fatto capire attraverso i continui tentativi della protagonista di rientrare in un percorso normale, e le testimonianze delle persone vicine a lei raccolte con delicatezza, come non siamo più in grado di farci carico di chi non corre come tutti gli altri, condannando così i più vulnerabili a essere espulsi. Non per mancanza di volontà ma perché abbiamo scambiato la vita per un’azienda dove tutto deve essere profitto, velocità ed efficienza.
Secondo premio a pari merito Reportage Narrativo ``CAMMINARE PER NON MORIRE``
- Gaia Bonotto – Liceo Antonio Scarpa, Motta di Livenza – Treviso
Motivazione:
Per averci fatto rivivere in modo crudo, spigoloso e millimetrico l’inferno di Mussa Khan, scappato dall’Afghanistan, attraverso l’Iran, la Turchia, l’Italia, la Francia e infine arrivato in Veneto. Scritto Il muro di diffidenza, le umiliazioni, gli sguardi di disgusto di chi non sapeva nulla di lui, la solitudine e il dolore di aver lasciato tutto e tutti senza dire nulla. La solitudine dei migranti non è un incidente, ma è il risultato di come abbiamo costruito il nostro modello di accoglienza: parziale, temporaneo, disumano. Finché non cambieremo questo sguardo, continueremo a essere complici di una disgregazione sociale che ci riguarda tutti. Perché la solitudine, quando diventa sistema, non colpisce solo chi è ai margini. Ci rende più poveri tutti. Più chiusi, più diffidenti, più soli.
Terzo premio Reportage NarrativoIl ``GLI INVISIBILI``
- Anna Cesca – Liceo Leonardo Da Vinci – Treviso
Motivazione:
Per la delicatezza, l’empatia e la capacità di ascolto con cui hai attraversato la vita degli ultimi che nessuno vede, le persone che vivono per strada e che fingiamo non esistere perché la loro condizione scardina i nostri canoni di normalità e perché ai nostri occhi in fondo sono colpevoli, come se non avere una casa o un lavoro dignitoso non fosse l’esito di una catena infinita di circostanze, ma una scelta. Per averci ricordato come l’esistenza di chiunque possa spezzarsi da un momento all’altro e chiunque meriti il nostro sguardo non perché potrebbe succedere anche a noi, ma per non perdere la nostra umanità.
Menzioni speciali
- Andrea Balbo
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Samuele Zanchetta
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Ilaria Benvenuti
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Anna Felici
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Francesco Bressan
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Francesco Leoni
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Stefano Durante
- Anastasio Mazzero
- Andrea Bisi
- Dea Kolaj
- Giulia Toppan
- Sveva Battiston
- Filippo Braido
Menzione speciale ``QUEL CONDOMINIO BIANCO SPENTO``
- Andrea Balbo – Liceo Leonardo da Vinci – Treviso
Motivazione:
Per l’indagine approfondita sulla vecchiaia, per avere sperimentato in prima persona cosa significhi essere un anziano solo o senza più nessuno con cui interagire, per essersi immerso con tre tipologie di persone e esserne uscito cambiato, con uno sguardo nuovo.
Menzione speciale ``LA SOLITUDINE DELLA CITTÀ PIÙ VISITATA DEL MONDO``
- Samuele Zanchetta, Liceo Guglielmo Marconi, Conegliano – Treviso
Motivazione:
Per avere raccontato con profondità e completezza i pregiudizi verso chi è stato in carcere e il difficile ritorno alla vita una volta usciti di prigione.
Menzione speciale ``IL SILENZIO DI UNA DOPPIA VITA``
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Ilaria Benvenuti – Liceo Duca degli Abruzzi – Treviso
Motivazione:
Per avere descritto con estrema lucidità non solo il dramma delle milioni di persone indebitate in Italia, di cui non si parla mai, ma anche la vergogna, l’imbarazzo, la messinscena continua di chi ha perso tutto e sa di essere giudicato, come se il fallimento economico fosse un fallimento morale.
Menzione speciale ``IL SILENZIO DELLE PAROLE``
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Anna Felici – Liceo Duca degli Abruzzi – Treviso
Motivazione:
Per l’originalità del tema scelto, la balbuzie, per avere raccontato come le parole che si inceppano diventano una forma di esclusione e di solitudine in un mondo che va di fretta, dove tutto deve performare e raggiungere risultati.
Menzione speciale ``NON È UN PAESE PER GIOVANI``
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Francesco Bressan, Francesco Leoni – Liceo Leonardo da Vinci – Treviso
Motivazione:
Per avere messo a fuoco uno dei temi di cui non si parla mai, la solitudine di chi non sente di appartenere al pensiero unico, di chi vorrebbe trovare altre forme di relazioni di senso e non ce la fa a appiattirsi in un mondo sempre più asettico. Per aver individuato con sguardo da reporter la scomparsa quasi totale di luoghi in cui poter stare insieme.
Menzione speciale ``CONNESSI MA SOLI, IL PREZZO INVISIBILE DELLA TECNOLOGIA``
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Stefano Durante – Liceo Leonardo Da Vinci – Treviso
Motivazione:
Per il racconto intimo, sincero, dettagliato della propria dipendenza digitale, le sue conseguenze a livello attentivo e cognitivo, l’incapacità di staccarsi e la consapevolezza di crescere connesso ma solo. Ingabbiato come tutti in un mondo virtuale che sembra offrire tutto, ma alla fine lascia solo un grande vuoto.
Menzione speciale ``SOLITUDINE DIGITALE, COME LA PANDEMIA HA INFLUENZATO LE DINAMICHE RELAZIONALI``
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Anastasio Mazzero – Liceo Leonardo Da Vinci – Treviso
Motivazione:
Per avere colto, attraverso la storia di Alessandro, come i social esplosi durante la pandemia ci abbiano condannati a una disconnessione umana di cui ancora non vediamo la fine.
Menzione speciale ``IL MIO VIAGGIO NEL GIRONE DEI DIMENTICATI``
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Andrea Bisi – Liceo Duca degli Abruzzi – Treviso.
Motivazione:
Per avere raccontato dall’interno il carcere minorile di Treviso, un gigantesco Matrix che ha il triste primato di essere l’istituto per giovani detenuti più sovraffollato d’Italia, con un tasso del 183,3%. Una specie di limbo dove si aspetta qualcosa che forse non arriverà mai: una seconda possibilità.
Menzione speciale ``UNICO MA NON DIVERSO``
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Dea Kolaj, Giulia Toppa – Liceo Duca degli Abruzzi – Treviso.
Motivazione:
Per essere entrate in punta di piedi nella sindrome di asperger e avere raccontato con estrema sensibilità come ci si sente a essere diversi fin da piccoli.
Menzione speciale ``SOLI DAVANTI AL SIPARIO``
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Sveva Battiston – Liceo Antonio Scarpa, Motta di Livenza – Treviso
Motivazione:
Per essere partita dalle sale vuote dei cinema e avere raccontato la tirannide della comodità che sgretola le relazioni e ci lascia sempre più soli.
Menzione speciale ``DIFFERENZA TRA LONELY E ALONE``
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Filippo Braido – Liceo Flaminio, Vittorio Veneto – Treviso
Motivazione:
Per avere raccontato con autoironia, sguardo laterale e leggerezza, che non vuole dire superficialità, gli anziani che vivono nelle strutture ricettive. Per avere illuminato l’incongruenza del lavoro come unico senso nella vita e l’autonarrazione come argine alla solitudine.
Commissione giudicatrice Scuola di Reportage:
- Lisa Iotti – giornalista d’inchiesta della redazione di Presa Diretta Rai 3